Di nuovo insieme
Ogni anno a settembre si deve ricominciare da qualcosa, si pongono paletti, si studiano nuove strategie, si fanno quei buoni propositi che hanno accompagnato i primi anni della nostra vita. E poi si apre il cassetto dei sogni, e dopo aver riposto ciò che ormai risulta vecchio e superato se ne estraggono di nuovi, freschi e carichi di speranze. Anche se in realtà, quest’anno la cassettiera non ha più neanche i cassetti, da qualche parte deve pur esserci quello spiraglio che sorride al futuro. C’è chi dice che ci aspetta un autunno caldo, rievocando nella memoria di tutti quel lontano 1969, c’è chi lo valuta freddo per via dell’austerity. Certo, direte voi, usciamo da un’estate senz’acqua, con temperature oltre il normale e partiamo con un autunno con l’inflazione impazzita e i costi delle materie prime alle stelle, energia in primis. Senza pensare alla guerra che non finisce, alle elezioni politiche. Tutto sembra remare contro. La barca è instabile come nel famoso quadro la Zattera della medusa di Gericault, ma nella tela custodita al Louvre in fondo, molto piccola si intravede la nave Argus (che poi nella realtà salverà i naufraghi) e dietro di lei il cielo è sereno. “Non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi” sosteneva il noto sociologo polacco Zygmunt Bauman, “la vita felice viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio”. E per farlo, anche se sembra banale, bisogna fare squadra. È per questo che il leit motiv di questo numero che abbiamo preparato sopportando il caldo infernale accendendo il meno possibile il condizionatore è stare insieme. Insieme perché da settembre lo smart working passa in gestione alla contrattazione all’interno delle singole aziende, insieme perché non abbiamo più restrizioni se non quelle legate al buon senso di tutti. Abbiamo esplorato attraverso gli arredi più idonei i luoghi della condivisione, dalle sale riunione a quelle informali per riunioni estemporanee, dalle aree relax ai luoghi di accoglienza, perché è arrivato il momento di ridare il giusto spazio alla collettività e ridefinire la libertà individuale partendo proprio dall’impegno collettivo. Abbiamo un’agenda fitta di impegni e cose da fare per noi, per gli altri e soprattutto per l’ambiente. Partendo dal lavoro, che è alla base della nostra stessa esistenza.
Nel cassetto (firmato, ovviamente!) di ufficioidea ci sono tanti sogni, tutti ambiziosi, forse troppo. Ma quelli in fondo sono gratis, non hanno problemi di inflazione e utilizzano come unica fonte di energia solo la fantasia e la creatività.