La lampada Bul-Bo è stata e rimane un oggetto di rottura con il passato. Ludica, libera e senza tempo, prende il nome dalla sua base, un bulbo appunto, realizzato in finta pelle (sin dalla sua prima edizione) e ripieno al suo interno di granuli di marmo, che funge da contrappeso e – contemporaneamente – da supporto a uno stelo in alluminio che termina con la sagoma in metallo di una lampadina. Una lampada dal design estremamente innovativo, che può modificare la sua posizione con inclinazioni variabili, assumendo nuove identità e mantenendo l’aspetto ironico e empatico che contraddistinse tutti gli arredi del Centro Residenziale Olivetti. Fortemente non conforme e rivoluzionaria, l’esperienza progettuale di Gabetti e Isola per Olivetti, ha lasciato un’impronta indelebile nei costumi, tanto da aver sempre generato l’interesse da parte di una grande platea di collezionisti, che tutt’oggi si contendono Bul-Bo e le altre opere dello studio alle aste di design e modernariato. “Per creare la nuova Bul-Bo, lampada già oggetto di brevetto – spiega Giuseppe Scaturro, CEO di Axolight – e applicare ad essa materiali e processi produttivi contemporanei, è stato vitale e risolutivo ricorrere a un esercizio di maieutica estremamente emotivo che ci ha portati alla ricostruzione del pensiero progettuale degli autori dell’opera. Aver dato una seconda vita a una lampada così importante per la storia del design moderno – che a cinquant’anni dalla sua prima edizione, rimane incredibilmente forte, non conforme, libera e rivoluzionaria – è un qualcosa che ci inorgoglisce, ci emoziona e arricchisce. Nello sviluppo della nuova Bul-Bo” – continua Giuseppe Scaturro – “ci siamo posti l’obiettivo di ricreare un’oggetto esteriormente fedele alla sua forma originale, ma in grado di assolvere la sua funzione illuminate alla maniera dei nostri giorni”. La riuscita del progetto della nuova Bul-Bo, è in gran parte dovuta alle sessioni di approfondimento avvenute fra il team di Axolight e Aimaro Isola, Guido Drocco, Lodovico Gabetti e Fabrizio Pellegrino. È proprio grazie a queste sessioni, che ritorna ai giorni nostri il razionale che lega la forma della lampada Bul-Bo, il 68’ – che ha fortemente influenzato l’idea di design di Guido Drocco, all’epoca anche autore dell’appendi abiti Cactus, assieme a Franco Mello – e l’orientamento di Aimaro Isola verso un modo – oggi più che mai attuale – di concepire gli oggetti, quali elementi adatti a far divenire le nostre case un luogo ludico e interessante, dove il gioco diventa sinonimo di libertà.